A breve entrerà in vigore definitivamente la direttiva Case Green e la domanda è: “sarò multato se non intervengo nel mio immobile?”
In questo ultimo periodo si è parlato molto della direttiva Case Green – Energy performance of building directive (Epbd) – e dei vari impegni che con tale emanazione l’Unione Europea ha deciso per i vari stati nei confronti del settore immobiliare.
L’obiettivo è chiaro: ridurre l’emissioni aumentando l’efficienza energetica degli immobili.
Sento spesso dire che a breve, con l’entrata in vigore della direttiva europea le case ad alto consumo energetico non saranno più vendibili o locabili.
Su questo vediamo le ultime informazioni che ci arrivano e facciamo chiarezza.
Ma allora io posso vendere comunque il mio immobile usato?
Va fatta chiarezza, su due aspetti:
- dall’Unione Europea non arriva nessun veto nel compravendere immobili non riqualificati o concederli in affitto.
- Non si parla di multe rivolte ai proprietari anche se ci sarebbe la facoltà.
La questione è legata alla singola nazione.
In ordine:
- si parla di sanzioni e non divieti;
- le sanzioni saranno appannaggio di ogni singolo paese il quale potrà decidere se imporre degli obblighi – di ristrutturazione e riqualificazione – ai cittadini.
Da quanto emerge da un articolo de Il Sole 24 ore di questi giorni, si dice “Estremamente improbabile che ciò avvenga in Italia, dove i contenuti della Epbd sono considerati potenzialmente ancora troppo gravosi da Governo e maggioranza.”
“Più nello specifico, la direttiva non prevede che, in caso di mancata ristrutturazione di un immobile, il proprietario venga limitato nell’utilizzo che potrà fare del suo bene“.
A mio avviso è al quanto improbabile che possano essere imputate limitazioni verso i proprietari di immobili in classi elevate. In Italia il 75% circa del compravenduto è in classe F e G (fonte: Tecnocasa), significherebbe bloccare un settore troppo importante.
Inoltre, che lo Stato possa imporre l’obbligo d’intervento a ogni cittadino proprietario di un immobile in classe alta, ritengo essere un’ipotesi remota se non impossibile.
Probabilmente lo potrà fare nella misura in cui il Paese metterà a disposizione degli strumenti ad-hoc – tra l’altro previsti dall’articolo 17 della direttiva – come le detrazioni, gli sconti in fattura, i contratti di rendimento energetico, contributi di varia natura e fondi di garanzia.
Se e quando arriverà questo momento, mi auguro che lo Stato italiano prenda atto di quanto accaduto con il Super Bonus e ne faccia esperienza, prendendo una strada diversa di gestione ed erogazione.
In fine c’è un’ultima considerazione da fare; ovviamente, alla fine chi si rifiuterà, nel tempo, di allinearsi alla direttiva, pagherà comunque un prezzo, non sarà penso una multa ma quello di vedersi il proprio immobile deprezzato nel mercato, ma non domani mattina.
Il mercato a mio avviso rimane ancora vivido e quindi se hai voglia di compra-vendere e investire in questo settore, scrivimi pure 😉
Lascia un commento